Il generale by Lorenzo Tondo

Il generale by Lorenzo Tondo

autore:Lorenzo Tondo [Tondo, Lorenzo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788893447409
Google: L9d3DwAAQBAJ
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2018-11-14T23:00:00+00:00


9.

La porta si aprì, mi fermai sull’uscio e vidi gli uomini di Glauco ricomporsi affannosamente di fronte a quella visita inattesa, come chi viene colto in flagranza di chissà quale reato.

Sin dai giorni successivi all’arresto di Medhanie, avevo implorato con insistenza un incontro con i procuratori. Le mie richieste, però, si erano inesorabilmente schiantate contro il muro del silenzio stampa eretto dai magistrati dopo i primi articoli sul caso pubblicati dal “Guardian”. Quel giorno provai a scavalcare quella barriera, che fino ad allora si era rivelata impenetrabile, infiltrandomi nei corridoi della procura con il lasciapassare di un altro reporter. L’inviato del “New Yorker”, Ben Taub, aveva appena ottenuto un’intervista con il procuratore Maurizio Scalìa sul tema della tratta delle prostitute nigeriane, di cui Taub si stava occupando per la rivista americana. Lo avevo pregato di poterlo accompagnare e lui, gentilmente, aveva accettato.

Taub, senza fare troppi complimenti, lasciò che entrassi per primo, come un picchetto di trincea cede il passo di buon grado a un compagno che voglia avventurarsi in prima linea.

Non mi aspettavo un’accoglienza calorosa né di ottenere quello per cui mi ero recato lì: un commento più o meno ufficiale sul processo in corso. I miei rapporti con la procura sembravano irrimediabilmente incrinati da quando avevo iniziato a lavorare al caso Mered e, dal canto loro, i procuratori non si preoccupavano di celare un certo fastidio per quella mia presenza solitaria e testarda in aula, che, agli occhi di alcuni di loro, doveva sembrare addirittura provocatoria.

Uno dei magistrati presenti nella stanza, sdraiato sullo schienale della sedia, con i piedi poggiati sulla scrivania, mi guardò e ruppe quegli attimi di imbarazzante silenzio, rendendo inequivoca la mia impressione: “Hai le palle a venire fin qui!” disse.

Scriveva Mimmo Càndito, che è stato uno dei più grandi corrispondenti di guerra in Italia, che “la presunta neutralità del quartier generale si dissolve sempre in una classificazione dei giornalisti schedati secondo il loro grado di appoggio all’operazione in corso: quanto più critico si mostra un giornale o il suo corrispondente, di tanto scivolerà verso il basso la classificazione del suo gradimento”.

Erano passati meno di tre mesi dal nostro primo articolo sul caso Mered e avevo intuito di essere piombato giù negli abissi di quella hit parade.

La procura di Palermo era una sorgente inesauribile di informazioni e tutti i cronisti, senza distinzione di partito, erano invitati ad abbeverarsi a quella fonte. Ovvio che non tutti i magistrati fossero propensi a condividere il loro lavoro con la stampa, anzi, molti di essi mantenevano un rapporto freddo e distaccato con i giornali. Tuttavia, non era raro imbattersi in una categoria di procuratori smodatamente inclini a spartire con i media i dettagli delle loro indagini, i quali, in cambio di tale generosità, si aspettavano forse un atteggiamento di accondiscendenza da parte dei giornalisti beneficiari di quel circolo di soffiate, conferenze stampa, interviste esclusive e documenti. Per farla breve, una parte della procura era felice di accordare le informazioni richieste dai cronisti ma, al contempo, sembrava mal sopportare repliche e rettifiche sul suo operato.



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